"E ho fantasia e posso anche volare, la fantasia lo sai mi fa volare."
Una frase meravigliosa di una canzone meravigliosa. E questo basta per descrivere il blog: un foglio bianco su cui incidere lentamente ogni piccolo granello di sensazione rilevata dal mio piccolo cuoricino.

lunedì 25 febbraio 2013

Senza vesti.

Nuda.
Dinnanzi a te.
E mi sembra che non mi manchi niente:
ci siamo noi,
ci sono i nostri corpi avvolti nella passione,
c'è il piacere,
c'è l'amore.
Che altro dovrei desiderare?

Nuda.
Dinnanzi a te.
Eppure mi sembra di indossare il vestito più bello.

Nuda.
Dinnanzi a te.
E mi sento al centro del mondo,
libera di esprimermi con il mio corpo,
libera di agire senza dover per forza tremare.

Nuda.
Dinnanzi a te.
Libera.
Che altro dovrei desiderare?

Delicatezza







Delicatezza.
Delicatezza d'autore.
Delicatezza di un fiore.
Soffici petali di candido colore,
Un profumo che accarezza il viso
E una leggerezza che resiste al vento.
Non ti par di sentir aria d'amore?

domenica 3 febbraio 2013

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Il mondo a volte non è pronto per determinate realtà.
Le persone a volte non sono pronte per determinate verità.
Tutti prima o poi confidano nell'irreale.

cit. Pain on sale --> https://www.facebook.com/PainOnSale

giovedì 24 gennaio 2013

Natale ieri, Natale oggi.

Non ci sono differenze, il Natale è cresciuto con me.
Certo, l'entusiasmo è cambiato,
il modo di vivere il Natale è cambiato.
Babbo Natale adesso è chiaramente mio padre con la barba finta addosso.

Ma una cosa è cambiata, e non posso fare a meno di pensarla.

Amavo andare al presepe vivente la notte di Natale, quando la campana batteva 12 rintocchi.
Amavo andarci a mano con il nonno.
Lui e i suoi stivali di gomma, indistruttibili.
Lui e i suoi occhiali appannati.
Lui e la sua berretta indossata in modo particolare.
Amavo vestirmi da pastorella e camminare accanto a lui fino alla chiesa,
giocando con i piedi in mezzo alla neve.
E quest'anno niente neve, niente pastorelle, niente nonno.
Niente spirito del Natale.

Questo è cambiato: non c'era lui.
E la notte di Natale ho quasi pianto al pensiero che quella sedia, nella grande chiesa di Cortenova, era vuota, e attendeva invano mio nonno che non sarebbe mai più arrivato.

domenica 20 gennaio 2013

Ho paura...

La mia paura più grande?

La morte.
Ma non la mia morte.
La paura della morte che intendo io è quel dannato telefono che squilla... e la voce dall'altra parte che ti da una notizia che vorresti non sentire mai nella tua vita.

Nella mia vita non mi sono mai trovata ad affrontare la morte...
Forse una volta, quando a 5/6 anni ho perso la mia bisnonna e al funerale piangevo e mi vergognavo di quelle lacrime.
Ricordo di aver detto al mio fratello maggiore 'questo sole è talmente forte che mi bruciano gli occhi'.
Ricordo di averglielo detto... e poi basta.
La morte non mi ha più toccato da vicino,
non l'ho mai più dovuta affrontare.

Fino a quando quel giorno sono entrata in casa e mia mamma ha detto una cosa che mai avrei voluto sentire.
E lì, il dramma della morte è entrato nella mia vita.
Sembrerà stupido, o esagerato,ma ci penso ogni giorno.
Ogni fottuto giorno da quel dannato giorno di settembre.
OGNI GIORNO.
Non ne passa uno senza che io ripercorra quell'istante orribile.

E adesso dentro il mio cuore si è insidiato quello schifo di macigno nero che è la paura di perdere qualcuno.

domenica 30 dicembre 2012

30-12-12, 23.05

E' stato un rapporto iniziato casualmente e finito in malo modo, il nostro.

Un rapporto di quelli che ti si appiccicano addosso e ti strappano la pelle, cercano di risucchiarti in un vortice.

Ci siamo detti tante cose.
Ci siamo abbracciati quando più ne abbiamo sentito il bisogno.
Ci siamo uccisi più di una volta, con parole che hanno infierito fin nel più profondo degli angoli del nostro cuore.

E poi il vuoto, per mesi.

E tu che mi scrivi "sono felice per te", quando scopri che il desiderio di cui tanto ti avevo parlato si è avverato.

Possibile che sia bastato un tuo messaggio a far cadere tutte le mie difese?

Come un'idiota.
Di fronte a quella piccola frase, messa lì a caso, dopo il lungo silenzio fra noi, ho pianto.

Solo tu hai il potere di farmi sentire così fragile.
Come se io potessi frantumarmi in mille piccole scaglie di vita.
Come se io potessi sciogliermi in una pozzanghera di sentimenti.




venerdì 14 dicembre 2012

Before the end


Mi è stato chiesto che cosa farei l'ultimo giorno prima della fine, da chi andrei, con chi parlerei e così via, tutto ciò che farei per l'ultima volta.
Ebbene... in mezzo a tutti i pensieri che mi sono balzati alla mente, uno solo mi ha pienamente soddisfatto: il nulla. Ho pensato a quest'opera di Friedrich in cui c'è un piccolissimo uomo che affronta l'infinità della natura nel silenzio più totale. E lì ho trovato la risposta.
Se io sapessi di vivere l'ultimo giorno, lo vivrei nel nulla, nel silenzio, nella riflessione.
Ho trascorso la mia vita con spontaneità. Ogni volta che ho sentito il desiderio di dire qualcosa a qualcuno, l'ho fatto. Ogni volta che ho avuto l'occasione di vivere una sensazione, l'ho penetrata profondamente per poterne godere. Ogni volta che ho desiderato qualcosa, ho fatto di tutto per poterla raggiungere.
Per questo l'ultimo giorno lo trascorrerei in silenzio. A pensare a tutte le cose che ho detto e che mi sono state dette, a tutte le sensazioni che sono riuscita a trasmettere e che mi sono state trasmesse, a tutti i desideri altrui che ho contribuito ad avverare e a tutti i miei desideri realizzati.

Lo passerei in silenzio quell'ultimo giorno, e dedicherei a tutti un pensiero, e un ringraziamento speciale, per avermi permesso di vivere.