"E ho fantasia e posso anche volare, la fantasia lo sai mi fa volare."
Una frase meravigliosa di una canzone meravigliosa. E questo basta per descrivere il blog: un foglio bianco su cui incidere lentamente ogni piccolo granello di sensazione rilevata dal mio piccolo cuoricino.

lunedì 29 ottobre 2012

Attraverso inespicabili ombre

Tre accordi di chitarra inconfondibili..
“Highway to hell” degli AcDc risuona nella mia testa dopo essere stata lanciata dalle cuffie dentro le mie orecchie, a grande velocità, senza alcun ritegno.
Le mani in tasca, i passi veloci e calcolati, perché non so camminare senza seguire il ritmo serrato della batteria in sottofondo.
Le labbra che si socchiudono sussurrando le parole della mia canzone preferita.
Il cappuccio nero della felpa calato sulla testa mi da un’aria da teppistella -ma d’altronde piove e odio le goccioline che si posano sugli occhiali e mi obbligano ad una vista distorta del mondo- e gli scaldamuscoli pesanti sulle caviglie e le ballerine borchiate non aiutano ad una visione angelica della mia persona.
Abbasso la maniglia scricchiolante della porta verde che mi trovo davanti ogni lunedì a quest’ora.
L’edificio in cui ci ritroviamo è sempre lo stesso, ma ogni settimana sembra sempre più invecchiato e ad ogni sguardo sembra più incline a voler cedere sotto il peso dei suoi 3 piani d’altezza.
Stanza 4. La solita.
Entro nella stanza buia, con i poster colorati alle pareti nere, e sono già tutti lì.
Cory non si accorge nemmeno del mio arrivo.
Jay, alla batteria, con il suo ciuffo ribelle, mi saluta con un ghigno.
Beast, con la sua chitarra a V mi lancia un’occhiata. Niente sorriso, glielo impedisce il plettro tenuto stretto fra le labbra.
Bruce mi regala un bel sorriso, che fa a pugni con l’atmosfera.
Mi avvicino all’asta e prendo il mio microfono: “Ciao”
E cominciamo a suonare.
Ho voglia di urlare, di spaccare il mondo, di farmi sentire da tutti, di dire quel che ho dentro, di sputare la realtà in faccia a chi non la vede.
E d’improvviso, come se non fosse mai esistito nulla, il vuoto.
Mi ritrovo sola in quella stanza dalle pareti scure e dal pavimento freddo: io e nient’altro.
E repentinamente vengo risucchiata da una spirale verde smeraldo e mi ritrovo in balia della corrente.
No, non di nuovo.
So che questo è un sogno ma non riesco mai a svegliarmi, non riesco mai ad evitarlo… eccolo lì: Cory con il suo saluto.
Il vortice mi sta inesorabilmente trascinando verso la sua spada protesa verso di me. Indossa sempre la stessa armatura rosso fuoco, lucida e abbagliante, l’elmo con pennacchi altissimi che si muovono appena scossi dall’aria che sulla mia pelle sortisce un effetto dieci volte più potente. I suoi piedi ben piantati per terra e le mani congiunte sull’elsa raffigurante uno scorpione.
E alla fine della tormenta, il mio corpo trafitto all’altezza del cuore e la sua risata cattiva.

E il mio risveglio, di soprassalto, come ogni volta.

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