"E ho fantasia e posso anche volare, la fantasia lo sai mi fa volare."
Una frase meravigliosa di una canzone meravigliosa. E questo basta per descrivere il blog: un foglio bianco su cui incidere lentamente ogni piccolo granello di sensazione rilevata dal mio piccolo cuoricino.

venerdì 24 agosto 2012

Il silenzio fra paura e riflessione

Per l’uomo il silenzio ha sempre ricoperto fondamentalmente due ruoli opposti: da un lato si presenta come momento positivo, in cui potersi concentrare, in cui poter riflettere e contemplare, dall’altro lato invece sembra uno scrigno contenente le paure e le preoccupazioni dell’uomo, un momento di smarrimento in cui vengono in superficie sentimenti negativi.
A supportare il primo ruolo del silenzio ci sono molte citazioni e aforismi che lo legano al concetto di saggezza. Ad esempio, Rabbi Akiva, rabbino e teologo israeliano, definisce il silenzio come “recinto della saggezza” ad intendere che i pensieri saggi riescono ad essere prodotti solamente in un atmosfera di silenzio, che in questo caso quindi è correlato ad un concetto di riflessione.
La stessa interpretazione è ripresa da Sa’di, poeta persiano, secondo cui l’attimo prima di un discorso è fondamentale perché esso abbia buon senso. Anche qui il silenzio è correlato ad un’idea di concentrazione e riflessione che permettano di generare un buon discorso sensato.
Concezione particolare è quella di Alfieri che, nella Vita scritta da esso, racconta dei suoi viaggi in giro per l’Europa e si sofferma a descrivere le lande selvatiche della Svezia e “un certo vasto indefinibile silenzio che regna in quell’atmosfera, ove ti parrebbe quasi di esser fuori dal mondo”. Secondo il titanico e pessimista poeta, la desolazione e il silenzio contribuiscono a creare un’atmosfera tale da ispirare “idee fantastiche, malinconiche ed anche grandiose” grazie alla sensazione di smarrimento che provocano nelle persone. In questa visione particolare di un momento silenzioso si colgono i due diversi aspetti che stiamo analizzando del silenzio stesso: innanzitutto l’assenza di disturbi e rumori fa sì che il poeta sia ispirato nella sua vena poetica e letteraria, ma allo stesso tempo fa sì che l’uomo si senta distaccato dalla realtà e quindi nascono anche pensieri malinconici, e in qualche modo quindi negativi.
In riferimento ad una concezione negativa del silenzio è doveroso citare il primo canto dell’Inferno di Dante: “dinanzi a li occhi mi si fu offerto chi per lungo silenzio parea fioco”. In questi due versi Dante correla la parola silenzio ad un significato traslato: il silenzio corrisponde al buio, all’assenza di luce che non permetteva a Dante di vedere la persona che sostava dinnanzi a lui. In questo senso, il concetto di silenzio è concepito negativamente, poiché Dante si trova in difficoltà è il silenzio della luce non gli da la possibilità di vedere ciò che sta accadendo.
Una riflessione molto interessante riguardo al silenzio è quella di Giovanni Farina, detenuto nell’istituto di pena di Catanzaro. Inizia con una frase significativa: “io conosco la felicità, nella contraddizione del silenzio”. In questa affermazione, Farina attesta la sua consapevolezza riguardo la dualità del silenzio. Subito dopo spiega di essere devoto al silenzio, di dargli ascolto. Nel suo “spazio vitale” ascolta il silenzio e cerca di riflettere su se stesso per poi poter interagire con gli altri. Ammette però che questo ascolto non è semplice, perché quando nel silenzio si riflette riguardo la propria condizione, riguardo se stessi in generale, non ci sono segreti e quindi si materializzano anche i problemi che tendiamo a tenere più nascosti. Per questo definisce il silenzio un ascolto faticoso. La conclusione della sua riflessione è enigmatica: “il silenzio è una porta e non è chiusa”. Con questa sentenza, Farina potrebbe riferirsi al fatto che l’uomo molte volte è spaventato dal silenzio e dai sentimenti negativi che suscita, ma dovrebbe comunque lasciarsi trasportare da quello stesso silenzio che è necessario e indispensabile per poter riflettere su se stessi e vivere pienamente.
In conclusione quindi è lecito affermare che il silenzio sia una fonte di preoccupazione e sentimenti negativi, ma allo stesso tempo è doveroso aggiungere che è anche un momento positivo in cui potersi conoscere senza segreti. A questo punto è semplice capire la citazione di Chaim Potok dal romanzo Denny l’eletto: “una parola vale una moneta, il silenzio ne vale due”.

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